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Le incisioni di Ca 'd Marc Picapera in Valle di Susa


Gian Maria Cametti, Andrea Arcà, Laura Carli e Leonardo Gribaudo

(articolo pubblicato nel 1986 in "Benaco '85 - La cultura figurativa rupestre dalla protostoria ai giorni nostri", Torino, pp. 229-236)


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Abstract. In the mountain slope over Villarfocchiardo, Susa Valley, nearby a rock shelter arranged to a temporary refuge, figurative engravings, dates and inscriptions can be admired. They are all attributable, for technique of execution and state of conservation, to one single man. The inscriptions and the popular memory agree in identifying the author of the engravings in Marco Delo (Torino 1854 - Villarfocchiardo 1905), stone-cutter, shepherd in summer. Although the nature of the engravings does not leave any doubt about the dating, some of the figures have been repeatedly and wrongly defined of barbaric age and proposed in relation with the arrival in Italy of Charles the Great in the 773.

Zusammenfassung. In überragenden Bergen Villarfocchiardos (Valle di Susa), in unmittelbarer Nähe eines vorläufigen Abris, befinden sich darstellende Felsbilder, Daten und Inschriften, die für ihre Ausführungstechnik und Erhaltungszustand zur einigen Selbsthande sowie zu einer einzigen Zeit ganz zuschreibend sind. Die Felszeichnungen und das Vo1kesgedachtnis stimmen überein mit der Persönlichkeit Marco Delos (Torino 1854 - Villarfocchiardo 1905), Sieinhauer von Beruf, Hirt im Sommer, den Täter des Felsbilder zu identifizieren. Obwohl die Natur des Funden ohne Zweifel über der Datierung läßt, sind einige Bilder öfter und irrtümlicherweise barbarisch definiert worden; dieselben sind mit dem Einfall in Italien Karl der Großes gegen Desiderius im Jahre 773 in Zusammenhang gebracht worden.

Résumé. Sur les montagnes dominant Villarfocchiardo au Val de Suse, dans le voisinage immédiat d'un abri aménagé en refuge temporaire, on trouve des gravures rupestres figuratives, des dates et des inscriptions, qui, d'après la technique de l'exécution et l'état de conservation, peuvent être attribuées à la même main et donc à la même époque. Les inscriptions et la mémoire populaire sont unanimes sur l'identification de l'auteur des gravures: il S'agit de Marco Delo (Torino 1854 - Villarfocchiardo 1905), tailleur de pierres de profession et, en été, berger. Bien que la nature des trouvailles ne laisse pas de doutes sur leur datation, quelques figures ont été plusieurs fois définies erronément barbares et ont été mises en relation avec la descente de Charlemagne en Italie contre Didier en 773.

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1. La storia delle ricerche

Nell'agosto 1977, nel corso di un programma di censimento delle incisioni rupestri della Valle di Susa, ci recammo a rilevare un gruppo di incisioni poste a monte del paese di Villarfocchiardo, in una zona chiamata Cara 'd Montarchè a circa 1700 m di quota sul versante orografico destro della valle. Esse ci erano state segnalate da Mario Salomone, fotografo torinese appassionato di archeologia, che riteneva tali incisioni di epoca longobarda.

Le indicazioni fornite per localizzare il sito in questione erano piuttosto imprecise. Per tale ragione chiedemmo ulteriori informazioni a un pastore incontrato presso l'Alpe Cittadella, a 1320 m di quota. Costui, nato e vissuto da sempre nella zona, ci rispose che di incisioni longobarde non ne conosceva, tuttavia esisteva più a monte una località chiamata Ca 'd Marc Picapera, dove si trovavano numerose incisioni rupestri che, come tutti a Villarfocchiardo sapevano, erano state fatte circa un secolo prima da un bizzarro scalpellino che viveva in quei luoghi.

Raggiunta finalmente la nostra meta, un rapido ma approfondito esame ci convinse che quanto poco prima avevamo appreso casualmente dal pastore corrispondeva pienamente alla realtà. Date, scritte, una figura armata di fucile, indiscutibilmente opera della stessa mano che aveva eseguito tutto l'insieme delle incisioni (comprese le presunte figure longobarde), ci permisero di escludere con certezza la datazione altomedioevale che sino ad allora era stata proposta.

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La prima segnalazione riguardante le incisioni della Cara d' Montarcbè comparve nell'ottobre 19721. Le incisioni, definite di epoca barbarica, vengono qui messe in relazione con la leggendaria Via Francorum. Si tratta della misteriosa strada usata da Carlomagno per aggirare l'esercito longobardo attestato alle Chiuse di San Michele, strada di cui da secoli si favoleggia in Valle di Susa e sulla cui reale esistenza gli storici hanno da sempre dibattuto. La notizia del presunto ritrovamento della "Strada dei Franchi " venne ripresa con un certo risalto anche dal quotidiano torinese Stampa Sera alcune settimane più tardi.

Due anni dopo, al Convegno Internazionale sulla Comunità alpina nell'Antichità, Carlo Carducci accennò nuovamente alle presunte incisioni longobarde di Villarfocchiardo, in una relazione dedicata all'insediamento barbarico di Belmonte nel Canavese2.

Tralasciando qui alcune citazioni in testi di carattere "fanta-archeologíco"3, genere molto in voga sino a pochi anni fa, ancora di recente è comparso un breve riferimento alle nostre incisioni in un pregevolissimo libro dello studioso tedesco Ludwig Pauli4. Una curiosità: forse per un errore di traduzione, il guerriero franco a cavallo delle precedenti segnalazioni è qui diventato un guerriero saraceno.

2. Le incisioni di Marco Delo

La località in questione si trova a 1700 m di quota nel territorio del Comune di Víllarfocchiardo, sul versante meridionale della media Valle di Susa, a un centinaio di metri a Est della mulattiera che dall'Alpe Fumavecchia (1430 m) sale alla località Pian dell'Orso (1920 m).Una incerta traccia, quasi nascosta dalla folta vegetazione, conduce in piano direttamente a Ca 'd Marc Picapera. Questa è costituita da un ampio riparo sotto roccia, chiuso anteriormente da un muro a secco parzialmente in rovina.

La zona immediatamente circostante è quanto mai inospitale. L'ambiente è caratterizzato da un fitto bosco di larici con un intricato sottobosco. A Est si trova una vasta zona di pietraie, mentre i pascoli sono situati decisamente più a valle. Negli immediati dintorni, l'unico altro segno di una passata presenza umana è una piccola sorgente posta pochi metri più in basso, con i resti di un rudimentale abbeveratoio in pietra.

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Il riparo presenta segni di adattamento, costituiti, oltre che dai muri esterni, da un muro intermedio che lo divide in due parti e da una pietra resa piana artificialmente, che probabilmente poteva servire come giaciglio.

Esaminiamo ora meglio la figura di colui che per molti anni, come è possibile dedurre dalle numerose date incise, abitò questa località ora così inospitale. Un'incisione con il suo nome, Marco Delo, scolpito a guisa di firma sulla roccia, ci dice che egli nacque nel 1854 e che di professione faceva il picapera, cioè lo scalpellino.

Secondo i racconti dei vecchi del luogo, egli era un personaggio alquanto strano. Era un bravo scalpellino ed esercitava la sua professione a Villarfocchiardo, zona in cui sino a pochi decenni fa erano in attività numerose cave di pietra da costruzione. Viveva sempre da solo, in una baracca fuori dal paese nei pressi del torrente Gravio, mentre nei mesi estivi si trasferiva con le sue capre alla Cara 'd Montarchè. Si racconta che facesse una vita molto povera e che qualche volta, spinto dalla fame, incidesse le cosce delle sue capre cavando un po' di sangue e ricucendo poi la ferita5. Ricerche da noi condotte presso l'Archivio comunale di Viflarfocchiardo hanno permesso di accertare che Marco Delo, nato a Torino da genitori ignoti, celibe, di professione scalpellino, morì all'età di 51 anni il 4 giugno 19056.

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Le incisioni sono poste sulle pareti rocciose levigate immediatamente circostanti il riparo. Sulla parete maggiore, sovrastante il riparo a Est, lunga 5.5 m e alta 3 m, sono incise in maniera spettacolare diverse figure rappresentanti animali (cani, pecore, capre), una figura antropomorfa e due altre di più difficile interpretazione, forse di ispirazione fantastica, o forse meglio riconducibili ad elementi di folklore popolare (il ballo dell'Orso, Carnevale, feste). Alla base di questa roccia, su una piccola parete verticale, è incisa una figura armata di fucile: un soldato o un cacciatore. A Ovest del riparo, nei pressi di una piccola grotta, verosimilmente usata come stalla per gli animali, si trovano le altre incisioni, rappresentanti un soldato a cavallo e un prete con la croce pettorale. Poco più sotto troviamo le scritte Delo Marco / della classe / 1854 e et santi apostoli evangelista nel mille / 1878, queste ultime racchiuse in un riquadro. Alcuni metri più a monte, su una roccia piatta inclinata verso Nord-Est, sono incise le cifre romane di una meridiana. Sopra l'ingresso del riparo, infine, compaiono le scritte 1893 / Delo Marco e 1900 Roc / du / M. Picapera.

Tutte le incisioni, sia le figure, sia le scritte, sono state sicuramente eseguite con uno scalpello metallico e presentano una pressoché assoluta uniformità di larghezza e profondità. Anche lo stile di raffigurazione costante per tutte le figure, con la caratteristica di suddividere in campi geometrici l'interno delle figure stesse.

Oltre alla qualità tecnica, anche i valori compositivi sono di un livello mai altrimenti raggiunto in figurazioni rupestri opera di pastori, in Valle di Susa. Dalla meridiana e dalle scritte possiamo inoltre immaginare che Marco Delo fosse anche dotato di un certo grado di istruzione.

La datazione di queste incisioni rupestri deve essere dunque completamente rivista e collocata senza alcun dubbio alla seconda metà del secolo scorso, senza per questo voler diminuire il loro notevolissimo interesse. Riteniamo anzi che conoscere e valorizzare l'opera originalissima di questo scalpellino, abbia un estremo valore per una definizione della cultura in cui egli è cresciuto, rappresentando sulla roccia scene della sua vita sostenute da una lucida fantasia.

Gian Maria Cametti
Andrea Arcà
Laura Carli
Leonardo Gribaudo

Gruppo Ricerche Cultura Montana
via Pastrengo 13, 10121 Torino
www.geocities.com/Athens/3996
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Note

1 M. PENT, A. PENT, M. SALOMONE, 1972. p. 50:"Sulla parete esterna di uno di essi [ripari sotto roccia] troviamo delle incisioni, di età barbarica, raffiguranti animali, forse capre, cani, lupi, muniti di artigli e di vistose criniere, guerrieri con elmi, pennacchi e scudi rotondi, che impugnano delle lance e un cavaliere che trascina un prigioniero con al collo una croce simile a quelle longobarde".

2 C. CARDUCCI, 1976, p. 101:"Sappiamo che la zona adiacente fu teatro di numerosi scontri tra Franchi e Longobardi e l'appassionata indagine di un valente fotografo torinese - il signor Salomone - ha permesso di individuare nell'Alta Valle di Susa a quota 1.700 al di sopra di Villarfocchiardo, un gruppo di graffiti tra i quali uno mi sembra di particolare interesse per le nostre conclusioni oltre che per la vivacità intrinseca della scena rappresentata. Si tratta di un gruppo in cui è facile riconoscere un cavaliere franco mentre trascina prigioniero un guerriero longobardo caratterizzato dalla croce che sembra appesa sul petto".

3 Si cita ad esempio: G. ANSANTE DEMBECH, 1976, p. 114.

4 L. PAULI, 1980, p. 81.

5 Testimonianze orali raccolte nel 1977 a Villarfocchiardo.

6 Villarfocchiardo, Archivio Comunale, Atti di morte, 11, 36, p. lŠ.


Bibliografia

ANSANTE DEMBECH G. 1976. Musiné magico. Archeologia e leggenda in Val Susa. Torino.

ARCA' A. 1986. 1 segni di un'antica cultura: le incisioni rupestri. Escursioni in Valle di Susa, (a cura) Gruppo Ricerche Cultura Montana: 120-130. Milano.

CARDUCCI C. 1976. Un insediamento barbarico presso il Santuario di Belmonte nel Canavese. Atti del Convegno Internazionale sulla Comunità alpina nell'Antichità, Varenna - Gargnano 1974. Atti del Centro Studi e Documentazione sull'Italia Romana VII (1975-6): 89-104. Milano.

GRUPPO RICERCHE CULTURA MONTANA 1983. Le incisioni rupestri. Orsiera-Rocciavré, un parco naturale per la rinascita della montagna: 32-33. Torino.

PAULI L. 1980. Die Alpen in Fnihzeit und Mittelalter Die archäologische Entdeckung einer Kulturlandschaft. München.

PENT M., PENT A., SALOMONE M. 1972. Ricerche archeologiche in Villar Focchiardo di Susa. Ad Quintum 3: 43-53. Collegno.

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